[V4V017] Verily So – Islands

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Esaurito

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Descrizione

Islands è il comeback dei toscani Verily So, band shoegaze, slowcore in uscita il 3 giugno per V4V-Records e W//M a distanza di tre anni dal loro esordio self titled che riscontrò un grandissimo successo di pubblico e critica.

“E se le isole di “Islands” raccontano storie di isolamento, basta alzare forte il volume per ritrovarsi tutti un po’ più uniti. Un po’ meno soli”. Disco della Settimana per Rockit Tutta Roba Italiana
“Islands” è il raggiungimento di una maturità artistica che si sente dall’inizio alla fine delle otto tracce: cornici color pastello che intagliano figure terse, affondate nella nebbia di chissà dove, sperdute in chissà quali oceani…”

“Una suadente e sporca grazia folk: contagiosa ed affascinante. Questa è la verità che emerge chiaramente dal debutto omonimo dei Verily So… Una band da seguire con attenzione. Come i Verily So, anche noi non stiamo esagerando.”
MUCCHIO SELVAGGIO

“Folk, americana e gusto nineties per una band che ricorda gli Yo La Tengo e arriva all’orecchio come una freccia.”

GRAZIA.IT

“A sentirli non sembrano per niente italiani: fanno folk, con le distorsioni che tagliano e gli sguardi lunghi all’orizzonte. Una scoperta, delle migliori.”
ROCKIT

“Un pathos crescente che avvolge nel suo torpore lasciando difficilmente privi di sussulti, rende ragione alla nostra nazione con un’opera della quale andar fieri. Un album che oltre a sfidare apertamente il provincialismo, è dotato di una forte vena nostalgica da godere in solitudine.”
SENTIRE ASCOLTARE

“E’ necessario ascoltarli, e ascoltarli solo; i Verily ti ipnotizzano, ti imbavagliano e ti accompagnano sul palco, e quando ti scopri ad occhi chiusi con la testa ed il piede a seguire l’eco dei colpi con i quali la cantante Marialaura stupra e scandisce sul timpano l’incedere dei brani, è troppo tardi per pretendere di tornare indietro. Perché sono tre, sono soltanto tre, ma da quei tre proviene un’imponente struttura acustica perfettamente cesellata, che non manca di cedere, in maniera consapevole, a sfumature più ruvide e meno eteree.”
ONDA ROCK

“Questo disco ed il suo suono, un suono che ti lascia in bocca un retrogusto conosciuto, dolce come potrebbe essere il presente e un po’ amaro come quasi sempre sono i ricordi.”
DLSO

“I tre polistrumentisti hanno creato un suono davvero accattivante, magnetico, frutto della rara capacità di sintetizzare Black Mountain e Nick Cave, Nick Drake e Arcade Fire, tra il folk melanconico e il fuzzy, tra Jesus and Mary Chain e Leonard Cohen, con una componente di originalità e freschezza che sorprende e intriga.”
LA BRIGATA LOLLI

“Le canzoni dei Verily So hanno un forte carattere internazionale e nell’apparente semplicità nascondono armonie vocali stupefacenti, perfettamente calate in un alt-folk acustico (15 years) a cui piace immergersi nelle atmosfere dark wave (When i End and you start, Summer 89), senza mai perdere di vista la melodia e la vena intimista e nostalgica che ne fanno uno dei dischi italiani più interessanti ed avvolgenti che ho ascoltato in questa prima metà dell’anno.”
IMPATTO SONORO

“All’interno di questo lavoro vi è la miglior tradizione alt-folk, condita da richiami wave e distorsioni che trasportano verso atmosfere shoegaze. Dieci brani che attraversano la sfera emozionale intasandola di sensazioni e umori che si abbattono contro di noi penetrando a fondo e lasciandoci senza difese. Ogni brano è una perfetta didascalia sonora a quei pensieri che nascono, quando chiusi in noi stessi, cerchiamo attimi di riflessione e relax che sempre meno ci vengono concessi da una vita frenetica e intenta alla ripetizione di certe routine.”
STORDISCO

“Il trio toscano debutta splendidamente con un album che si inserisce a testa alta nella non foltissima pila dei CD best of 2011 made in Italy per quel che riguarda gli ascolti del sottoscritto.”
NERDS ATTACK

“In Of Stars e Guns of Fire sembrano dei giovani e maturi Stellastar, mentre Wax mask e Ordinary Minds sono un po’ delle bombette shoegaze buone anche  per accostarli a band come Be Forest e creare la nuova scena italiana. Il cuore del disco pulsa con Ballad, istantanea folk stralunata, Guns of Fire e All I see is gray. Generi a parte e strategie dell’ultima ora, proprio un disco che merita un po’ del nostro tempo.”
UNDERGROUNDZINE

“Perfetto album da ascoltare in una stupenda giornata d’estate per lasciarsi trasportare all’interno di mondi rilassanti e allo stesso tempo riflessivi.”
ONDALTERNATIVA

“Sano rock indipendente. E quindi via alle atmosfere shoegaze, con espliciti richiami alla new wave (vedi The Jesus And Mary Chain, Echo And The Bunnymen), agli ambienti folk dal sapore nostalgico e ai tamburelli intimisti che suggeriscono il “si stava meglio quando si stava peggio”. Lingua inglese di rigore, usata bene.”
LOUDVISION

“Non è una presentazione semplice quella per i Verily So. Nella mail di presentazione ci scrivono che sono un giovane trio toscano che fa musica folk-elettrica. Ma l’accostamento inusuale e singolare di queste due parole non basta per descriverli, questo lo sanno bene anche loro. Magari vorrebbero dirci «sentite, non sappiamo darci un’etichetta, ma quel che facciamo lo facciamo bene». E se non ce lo dicono loro, carico sulle mie spalle la responsabilità di queste parole, perché sì, i Verily So son davvero di più di un’etichetta. Loro la scavalcano e la dominano con le emozioni che riescono a trasmettere. Il tutto aggiungendo un pizzico di autonomia e consapevolezza, che insomma, non guasta mai.”
LET LOVE GROW

“Lasciare spazio alle note, soavi, delicate, ricercate, che ispirano immaginazione e libertà di pensiero e movimento. I loro album d’esordio è quello di un gruppo già maturo, pronto per calcare palchi importanti e per affrontare la ribalta internazionale con la sicurezza di chi sa quello che fa.”
MUSIC ZOOM

“Appuntatevi bene in testa questo nome, Verily So, incollatevi al cuore questo disco senza nome e fate di questo talento di bellezza il vostro talismano musicale, la vostra personale pista di lancio per decolli mentali su altitudini e batuffoli ventosi.”
SHIVER

Dal momento in cui ho accennato un ascolto del loro primo lavoro, c’è stata solo una parola in grado di descrivere il modo in cui mi son sentito: “spiazzato”. Non me l’aspettavo, lo so che sono confessioni da non farsi, ma è così. Perché va bene essere bravi, ma il talento all’improvviso è sempre qualcosa che non puoi aspettarti e poi, diciamocelo, mi sono innamorato appena ho sentito Wax mask.
SOUND MAGAZINE

Sognatori pratici e trascinanti nel loro incedere leggero e piacevole, con qualche traccia dei Low e dei Pixies più facilotti senza rumorismi ma sopratutto con tanto indie tout court a confezionare un album cantato in inglese e di tutto rispetto per gli amanti delle sonorità in questione.
YEARS OF DUST

Recorded at

“Open Mountain Studio” by Mattia Casini

Drums recorded at
“Registra.Mi Sessions” by Michele Conti

Mixed and mastered at
“Studio Waves” by Paolo Rossi

Artwork by
Karin Kellner (http://www.karinkellner.com/)

record labels
V4V Records + W//M Records

Informazioni aggiuntive

Peso0,200 kg

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