[V4V024] Auden – Some Reckoning

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Descrizione

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12″ vinyl two sides
Auden è un progetto nato e cresciuto in un ambiente provinciale sul confine della metropoli. Stiamo parlando della fine dei novanta e l’inizio degli anni zero, quando impazzava la prima versione dello screamo, quello targato ebullition ma anche la seconda famigerata ondata etichettata come midwest emo. Tra i quattro componenti iniziali degli Auden (Stefano FrateiacciFrancesco CortiPierpaolo Calisti, Roberto Lupieri) alcuni erano frequentatori più o meno assidui della scena romana HC. C’era inoltre il fattore provincia che aveva condizionato l’immaginario musicale fino ad allora, negli anni del modem a 56k.
Tutta la prima produzione degli Auden (più o meno registrata ma lontana da poter essere pubblicabile) cercava ancora di decidersi tra l’assecondare un tipo di cantato in italiano, tanto solenne quanto fragile, o rivolgersi più spudoratamente all’americano con risultati imprevedibili. Le composizioni riecheggiavano inevitabilmente i gusti assimilati, tra indolenze pavimentiane, asperità youthiane, squadrature post-hc newyorchesi e goffi tentativi di emulazione degli astri nascenti italiani.
I fari comunque avevano già da un po’ altri nomi: KarateVan PeltMineralChristie Front DriveGet up KidsPromise RingPortraits of Past
ma rimanevano sempre anche MotorpsychoAfghan WingsFugazi
L’idea di base era quella di fare una roba emotivamente coinvolgente, già dal nome scelto: Auden (il poeta poi diventato noto anche per citazioni in film di successo). I testi dovevano raccontare piccole storie di rapporti umani, amori, pigrizie e confusioni.
Nulla di nuovo, ma dipendeva sempre con che intenzioni si sarebbe fatto.
Poi Roberto lascia la batteria e arriva Andrea Bennati e per un po’ si potrebbe parlare di “stato di grazia”. Vengono composte diverse canzoni, le prove sono sempre più continue e c’è anche qualche concerto fuori dalla provincia. Gli Auden si affacciano con affetto a Roma, Firenze e più tardi anche Milano. Suonano come supporto al tour dei Fine Before You Came/To The Ansaphone per le date di Roma e Viterbo. Poi si comincia a pensare di registrare il disco, ma ci si dilunga forse troppo nella fase preparatoria. Love is conspiracy viene registrato nella primavera del 2002 al Temple of Noise di Roma, da Mirko.
Quando il disco è pronto vengono inviate un po’ di copie promo in giro. C’è l’intenzione da parte di un paio di etichette di pubblicarlo, ma due/tre colpi di sfortuna impediscono la realizzazione. Così come un tour di sole tre date con i KC MIlian di Genova, che salta all’ultimo e che avrebbe dovuto essere la cosa giusta al momento giusto.
L’indolenza prende il sopravvento, un po’ di scazzi interni, trasferimenti e altre preoccupazioni fanno scemare la voglia.
Qualche tempo dopo la Holiday Records appena nata, complice una segnalazione dei FBYC, vuole inserire un brano nella compilation iniziale dell’etichetta. Quello scelto è “Things I’ve never done“. Seguono un paio di concerti, a Viterbo e a Milano, quando mesi dopo ci sarà la presentazione del lavoro. La formazione intanto è cambiata, non c’è più Pierpaolo al basso ma è entrato Matteo Ronchetti ai synth (con intenzioni anche di bassi). Gli esperimenti sonori sono buoni ma la parabola ormai discendente, i concerti discreti ma non pienamenti soddisfacenti, altri progetti hanno preso il sopravvento (Winter Beach Disco) e tutto lentamente si congela.
Nel 2013 l’interesse della neonata etichetta V4V-Records porta alla ristampa in edizione limitata di 150 copie numerate di Love Is Conspiracy. L’uscita diviene di fatto ufficiale e il disco va sold out in poco più di un mese.
La band torna dal vivo in un paio di situazioni e l’entusiasmo e la voglia di suonare sorprendono gli stessi componenti che decidono di registrare nuovo materiale da presentare in giro.

Some Reckonings” è il primo disco ufficiale ed esce in digitale e vinile a gennaio 2015 per V4V-Records.

“Gli Auden hanno scodellato sul tavolo i desideri e i conflitti di sempre, scoprendosi uguali, ma diversi inevitabilmente. La tempesta interrotta ha partorito otto canzoni nuove, adulte ma altrettanto affilate. Some Reckonings è un disco intimo, a tratti cupo, ma con leggerezza; e tuttavia sferraglia”. Maurizio Di Fazio per Il Fatto Quotidiano

 
Some Reckonings è la prova della maturità senza passare dal via. Una presa di coscienza attraverso piccoli trionfi e tragedie quotidiane”. Rumore.
 
“Sigla sociale in omaggio al poeta britannico, nomi tutelari che vanno dai Van Pelt, ai Fugazi (…) i quattro musicisti rimaneggiano ingredienti noti, per loro e per noi, ma lo fanno potendo contare su due variabili che fanno la differenza: ATTITUDINE ed EMOTIVITA'”. 7/10 Elena Raugei per Il Mucchio
 
Gli Auden sono forse la rappresentazione più radicale, autentica e potente dell’emocore italiano (…) Se non vi piacciono, avete un buco nell’anima”.  Disco della settimana Rockit Tutta Roba Italiana.
Un punto d’incontro tra ieri e oggi che ci regala quegli stessi umori, quel deja-vu, quei tocchi al cuore che per i più agèe avrà il sapore della nostalgia e per i più giovani quello di poter annusare un periodo aureo che non tornerà più, per lo meno in quei termini e in quei modi”. 7/10 Sentire Ascoltare
“Il disco scorre via che è un piacere: necessario e insieme gustoso, sorprendente e insieme familiare, come un bel piatto della nonna”8/10 Indieforbunnies
“Solo quello che un po’ tutti ci aspettavamo: un nuovo inizio. Godetevelo”.  8/10 Salad.Days Magazine
Tutto è curato nel dettaglio, non lasciando spazio ad alcun possibile errore, tant’è che l’unica sbavatura di cui ci si può lamentare è il fatto che il disco non sia uscito prima. Otto brani in cui nulla è fuori posto, un lavoro assolutamente da ascoltare”. 8/10 IyeZine
Un album che potrebbe essere definito personalmente manieristico, che dimostra come rifarsi a ciò che ci piace non significhi per forza essere dei cloni. So che detto il 18 gennaio può sembrare assurdo e inutile, ma per me qui siamo di fronte a del materiale da disco dell’anno. E ora me ne torno a vedere la partita”. 8/10 Wildwood
Un disco molto interessante di rara bellezza e ben suonato”. La Musica Rock
“Some Reckonings ci dà la conferma che gli Auden sono un pezzo di storia, per fortuna non appartenente solo ad un lontano passato, ma vivo in un gelido e drammatico presente, da vivere con la solita fiducia disperata di tanto tempo fa”. Impatto Sonoro
Potremmo dunque, solo gioire se ogni ritorno alla scena musicale dovesse portarci alla luce un lavoro così, e ben venga l’attesa, ma che sia disarmante e piena di cuore. Perché desistere è un concetto che non dovrebbe mai appartenere a un gruppo come questo”. 5/5 Stordisco Webzine
Complimentoni. Da avere.  Abbiamo bisogno di gruppi cosi in Italia”. Mola Mola
“Un prodotto quindi molto valido, che chiude un cerchio e ne apre immediatamente un altro. Se siete adepti del genere fatelo vostro, altrimenti è un’ottima introduzione al genere”. Forthekidzxxx
“Un album che ha avuto un periodo d’incubazione lunghissimo, che contiene pezzi del passato e del presente ed è perciò il sunto e la summa di tutto ciò che cambia nella vita di una persona nel periodo che va dai turbamenti della post-adolescenza alla consapevolezza di sé che avviene con la maturità, con gli errori, coi rimpianti”. The New Noise
“Questo è un disco che ti entra in testa e difficilmente ne esce fuori”. Avison Magazine

Scritto e suonato da Andrea BennatiAntonio MagginiStefano Frateiacci e Francesco Corti.

Registrato, mixato e masterizzato nell’ottobre del 2014 da Valerio Fisk all’ Hombre Lobo, Roma.
Foto copertina di Francesco Corti, grafica by Auden, stampa by Legno.
Prodotto da Auden in collaborazione con V4V-Records.

Informazioni aggiuntive

Peso0,500 kg

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